martedì 30 ottobre 2012

Cure alternative

E fu così che, con un utero ancora fermamente dormiente, la fra, dopo essere stata massaggiata (come ogni martedì e giovedì delle ultime 4 settimane) da Madame Impastaciccia (una specie di guru dei massaggi drenanti), si è recata, eco-munita, dalla dottoressa Velo.
Di nuovo.
In realtà ci era andata solo per farsi fare una relazione per l'assicurazione affinché autorizzassero il pagamento delle sue future analisi ormonali, ma poi lei ha avuto l'incauta idea di chiedere alla fra "come va?"
E come va, secondo lei? L'utero dorme, in compenso il rene ogni tanto si sveglia e rompe, ho una ritenzione idrica che le mie cellule stanno imparando a fare il surf e una spm perenne da circa un mese e mezzo...lei che pensa? sto da dio, direi.
Ma poi anche la quiete familiare, guardi, non ha idea.
La vita sessuale non ne parliamo proprio.

Capisco, fa lei.
E guarda l'ecografia, con una faccia imperscrutabile che potrebbe voler dire "ahi ahi ahi" come "figo, che bell'utero"
Mmmmmm, beh, vedo che ha due cisti.
Sì, sa amo la simmetria.
Mmmmmm, son da tenere sotto controllo.
Ok, quando rifaccio l'eco?
Beh, prima troviamo il principe anfibio che le risvegli l'utero e poi vediamo. Comunque la voglio rivedere tra 10 giorni, utero risvegliato o no. Nel frattempo magari lei veda se il dottor Mecagosotto le smette l'anticoagulante così magari chiamiamo il principe progesterone, a risvegliarle l'utero.
Ok, fa la fra, sarà fatto.
Però sa, nel frattempo, visto che le questioni ormonali risentono molto dello stress e che lei è direi molto stressata, io le consiglierei...
un ansiolitico?
un ricostituente?
un prodotto a base di magnesio?


Una vacanza.
Ok, mi fa la ricetta?

giovedì 25 ottobre 2012

Tabaski

Il Tabaski è una delle principali feste musulmane durante l'anno. Ha una data variabile e quest'anno si svolge il 26 ottobre.
Si tratta della commemorazione del sacrificio da parte di Ibrahim (Abraham per gli ebrei  e Abramo per i cristiani) del suo unico figlio  a Dio.
Come chiunque abbia frequentato la chiesa o il catechismo sa, il Dio misericordioso sostituì il ragazzo con un montone.
La tradizione musulmana prevede quindi, in questo giorno, l'uccisione di un montone (ma anche una pecora o una mucca o una capra) coricato sul fianco sinistro con la testa rivolta verso La Mecca.
Che poi la fra è sempre stata sostanzialmente e profondamente  ignorante , rispetto all'Islam. Di conseguenza, quando ha sentito parlare di Ibrahim e del sacrificio del suo unico figlio, è rimasta parecchio confusa. E si è documentata, scoprendo che l'Islam riconosce più o meno tutto ciò che è venuto prima di Maometto, togliendo però ai Vangeli e al Vecchio Testamento il riconoscimento a "testi sacri", in quanto corrotti dagli uomini e dal loro pensiero (e come dargli torto, in alcuni casi).
La stessa "rivelazione" viene fatta a Maometto dall'Arcangelo Gabriele, che gli avrebbe recitato quello che poi è diventato il Corano.
Tornando al Tabaski, è chiaramente una festa fortemente simbolica e densa di significati. E in Costa d'Avorio è festa nazionale, per rispetto alla metà circa della popolazione che professa fede musulmana.
Nei giorni precedenti la festa, si vedono circolare montoni più o meno ovunque e la gente se li carica in macchina, sui taxi, su carrelli improvvisati o li porta via con una sorta di guinzaglio...
Il Tabaski nasce come festa di ringraziamento e sostanzialmente di devozione ad Allah. Nel vero e proprio giorno della festa, vengono uccisi nel mondo milioni (ed è una stima per difetto) di animali che poi vengono mangiati in famiglia.
Pare (l'anno scorso la fra non era ancora in suolo ivoriano durante il Tabaski) che nel giorno della festa, l'intera zona dell'abattoire (il mattatoio) sia impraticabile, il ché rende impossibile l'andare al mare o svagarsi durante il fine settimana.
Per chi ha solo quel modo e quel tempo di svago, è pesante.
Certo poteva andare peggio.
Si poteva nascere montoni.

martedì 23 ottobre 2012

18 ottobre

Condivide l'anniversaire con un'altra balena bianca, ma lei, rispetto alla sua simile, ha il vantaggio di più di un centinaio di anni in meno e di due iniezioni di dolcezza e giovinezza che l'hanno svegliata con un bacio e un "joieux anniversaire".
Ha festeggiato, per la prima volta nella sua vita, senza la telefonata mattutina della genitrice che  le ricordava com'era stato bello averla messa al mondo.
Ha festeggiato con amici nuovi e non scelti, ma si è divertita lo stesso, anche se con un po' di struggente nostalgia per quegli amici lontani che le mancano tanto.
Non ha avuto la torta con le candeline e il "tanti auguri a te" che non c'è mai uno che prenda la stessa tonalità dell'altro.
Ha ricevuto una bellissima composizione di fiori dalle manine cicciottose della mascotte dell'improbabile  e vario gruppo di persone che rappresentano la sua quotidianità.
Ha avuto una giornata "strana", in cui alla consapevolezza di un altro anno depositato nella clessidra della vita, si è aggiunta la stranezza di un telefono muto e di auguri solo "virtuali".
Ha ricevuto tantissimi auguri da gente sconosciuta e bei pensieri dalle persone con cui la sua vita si intreccia anche a distanza.
Per la prima volta nella sua vita non ha ricevuto gli auguri da sua nonna e ci ha pianto un po'. Non ha ricevuto neanche quelli della sa famiglia acquisita, ma ha smesso di piangerci tempo fa e non ci si arrabbia neanche più, rimane solo amareggiata.
Non ha scoperto segni nuovi sul suo viso né tra i capelli e l'ha preso come un buon segno.
Insomma, qualche giorno fa, la fra ha compiuto 36 anni, doppiando la cifra che l'ha resa responsabile di se stessa, con un bel po' di cose affrontate e un altro bel po' di cose da approfondire. In un posto che palesemente non è casa sua ma con vicino belle persone e con la consapevolezza che c'è qualcuno che, oltreoceano, la aspetta.

lunedì 15 ottobre 2012

Bella. Dentro.

Rimandato a tempo indeterminato il suo terzo incontro col destino, una fra marito e pargoli munita si è recata di nuovo dalla dottoressa Velo.
La quale ha dichiarato che secondo la sua opinione, la fra potrebbe avere l'ovaio policistico, aggiungendo così en passant che questa sindrome è causa di incapacità di concepire. Grazie, ora sto meglio. Deve aver frequentato anche qualche corso di psicologia, indubbiamente.
Non posso darle degli ormoni, però. E graziarcà, rischio l'ictus se mi viene un altro trombo.
Quindi...aspettiamo.
Ah.
Però le do queste fiale da bere perché quando il suo utero si risveglierà potrebbe verificarsi un effetto diga del Vajont.
Che poi...come si sveglia un utero? cerco un principe anfibio disposto a dargli un bacio?
Comunque ci si vedrà ad utero risvegliato, nel frattempo mi fa queste analisi ed un'eco interna.
Ecco.
L'eco interna. Parliamone. Ma soprattutto cerchiamo di trovare un posto dove a farla sia un donna, ché di farmela fare dal primo che trovo e che non conosco non è proprio cosa.
Così dopo qualche giro e qualche telefonata, la famiglia latana ha finalmente trovato, in un centro diverso da quello abituale, un'ecografista donna che oltre all'eco pelvica le avrebbe fatto anche quella renale. Due piccioni con una fava, come poter dire di no.
Perciò dopo aver aspettato tipo 1 ora e qualcosa ed essere stata fortemente indotta a trangugiare un litro e mezzo di acqua in un quarto d'ora (ma l'eco è interna, fa la fra. Zitta e bevi, fa la signorina Rottermeier), la fra e la sua vescica formato bagaglio a mano vengono finalmente fatte accomodare.
Bene, fa l'infermiera, si spogli. La fra si toglie ciò che pensa di dover togliere.
No, no, anche la maglietta.
eh?
Ma sa è che col gel si possono sporcare i vestiti...si spogli e si metta questo splendido grembiule con due-laccetti-due dietro.
Poi è uscita, lasciando la fra a riflettere sul suo concetto di pudore e sull'inutilità di un grembiule che non arriva neanche a coprirti le chiappe. Bei momenti.
La tipa entra e inizia a parlare in un'italiano stentato ma comprensibilissimo e la fra lancia un razzo dalla più alta delle sue torri.
Poi le chiede la data di nascita e la fra, stupidamente, snocciola dix-huit octobre mille neuf-cents soixante-seize. Ah, fa lei, ma allora il francese lo parli bene, ok da ora parliamo francese.
Epporcocacchio.
Facciamo prima un'eco esterna. Come appoggia la sonda, la vescica obesa della fra riempie, comprensibilmente, il monitor.
Vada a fare pipì ché non vedo nulla, dice lei quasi scocciata.
Lo dica alla signorina Rottermeir, che mi ha pure imbruttito perché avevo dato mezzo bicchiere della mia acqua al patato grande.
Credo si possa anche sorvolare sulla pietosa scena di una fra che, per fare in modo che il grembiulino stile prima elementare non si aprisse impietosamente, si è recata in bagno con delle pose che neanche una contorsionista.
Tornata nello studio, la fra si è sdraiata di nuovo e l'ecografia è andata avanti.
Bene, ora faccio l'esame interno...faccia un bel respiro.
Che poi, prima mi fai stare mezza nuda a gambe piegate su un letto e poi ti preoccupi di farmi fare un bel respiro...Ehm, ho due figli: quello che stai per mettermi dentro è più piccolo di ciò che ci è già entrato, ma soprattutto di quello che ci è già uscito.
Insomma si mette a cercare un po' qui e un po' là, si metta così, si metta colà, beh dentro è tutto a posto, ha un bell'utero.
Già, peccato che dorma, pensa la fra.
Poi passa all'eco renale e rismucina, ma stavolta solo da fuori.
Bene, si rivesta, abbiamo finito.
La fra si toglie l'inutile grembiulino, si riveste ed esce convinta di ricevere il referto e di capirci finalmente qualcosa.
Errore.
Il referto lo ritira lunedì.
Poi dice che sei nervosa.

venerdì 12 ottobre 2012

la dottoressa Velo

Durante la vita fertile di una donna, di solito capita che si saltino uno o due appuntamenti mensili.
Ecco, alla fra non è mai capitato. Le uniche due volte che le è successo, si è trovata con due lineette azzurre a dichiararle che la sua vita sarebbe cambiata.
Per cui quando la fra ha messo insieme la cifra tonda di 10 giorni di ritardo, ora più ora meno, si è preparata ad un terzo incontro col destino, avendo, diciamo la coscienza se non sporca, almeno ombrata. Niente, nada, rien...test bianco candegginato. Messo da parte l'argomento la fra si è detta se son rose fioriranno. Quando, a 14 giorni di ritardo, ora più ora meno, le rose evidentemente le erano apparse ancora ben lontane dallo schiudersi, la fra ha deciso che era ora di farsi un giretto su una poltrona dotata di staffe. Avuto un nome dalla vicina di casa, Marianna Santasubito, la fra ha quindi preso appuntamento e si è recata nel reparto apposito della clinica (dove ormai conoscono anche il suo soprannome), da sola.
La fra ha così fatto la conoscenza della sua nuova ginecologa, la dottoressa Velo. La dottoressa Velo, che pare sia marocchina ma alla fra è parsa più verosimilmente libanese, indossa il copricapo con cui le musulmane nascondono la bellezza dei loro capelli al resto del mondo, ha gli occhi bistrati e sembra molto rassicurante. La fra si è seduta e, nel suo solito francese alla "noio volevam savuar l'indiris", ha esposto il problema principale con tutti i corollari di sfiga varia che in questo momento la affliggono. La dottoressa Velo ha dovuto interpretare un po' ma alla fine ha capito tutto, pare. Certo, ci son stati momenti intensi tipo quando la doc le ha fatto una domanda che alla fra è sembrata una cosa del tipo "allaitement?" (allattamento?) e alla quale, convintissima,  ha risposto sorridendo "sì, il primo per due mesi e il secondo per nove"...di fronte agli occhi sbarrati e vagamente terrorizzati della dottoressa Velo, la fra ha come avuto l'impressione di aver detto l'ennesima cazzata. E infatti. La domanda, ripetuta, era "avortements?" (aborti?) Non credo sia il caso di aggiungere altro.
La fra ha anche rischiato, ma s'è ripresa giusto in tempo, di confondere il significato della parola "travail", che , perfino la fra lo sa, significa "lavoro" ma che chiesto da una ginecologa può assumere tutt'altro significato, se non altro per assonanza.
Comunque, venga di là che la visito. Tralasciando i sordidi dettagli, diciamo che avere una donna velata che guarda la parte più intima del tuo corpo è un'esperienza strana. Quando poi per vedere meglio ha preso una lente d'ingrandimento la fra non sapeva proprio se imbarazzarsi a morte o scoppiare a ridere. Ha scelto la via del silenzio acquiescente, che, come il prezzemolo, sta bene un po' con tutto.
"Insomma" dice la dottoressa Velo "ha l'utero ingrossato..." e poi aggiunge con nonchalance "mi ha detto che ha fatto il test, quello con le urine vero? ma lo sa che tanti TANTI test di quel tipo danno dei falsi negativi?" Machedavero? ha pensato la fra, il cui colorito stava tendenzialmente virando al bianco.
"Facciamo così, faccia direttamente le beta HCG così stiamo tranquille!"
Ehm, TU starai tranquilla, ché a me la notizia potrebbe anche far piacere ma con tutte le medicine che ho preso e sto prendendo e i raggi che mi han fatto meno di quattro mesi fa, magari anche no.
"comunque questo è il mio numero di telefono, ci vediamo sabato mattina, ma mi chiami subito appena ha la risposta, anche se è negativo"
Alla fra, uscita dallo studio, si è aperto davanti tutto un ventaglio di possibili problemi e indiscutibili gioie. Perché la fra un altro figlio lo vorrebbe ma non è abbastanza folle da pensare di volerlo ora (e comunque dovrebbe convincere Marito Paziente, impresa assai complessa).
Così la fra è andata al laboratorio analisi, ha fatto la fila per l'accettazione, quella per pagare e quella per fare il prelievo. Dopo la donazione volontaria di una parte del suo sangue, la fra ha deciso di non pensare, di andare a pranzo fuori con Marito Paziente e Collega Simpatico e di godersi il pranzo.
Dopo aver preso il risultato, i due adulti della famiglia latana han chiamato la dottoressa Velo, la quale, dopo la comunicazione dello stesso ha detto la versione francese del "ah, vabbeh, ci vediamo sabato".
Perciò sabato la fra si recherà di nuovo alla clinica e cercherà di capirci qualcosa, in tutti i sensi.



Ah, chiaramente il test era negativo.

martedì 9 ottobre 2012

Piccoli (inconsapevoli) maschilisti crescono

In macchina, dopo averli ripresi da scuola

- Mamma domani mi metti il profumo?
- Certo, Patato grande! Ma come mai vuoi mettere il profumo, hai una nuova fidanzata?
- No mamma, la mia fidanzata è sempre Calye!
- Ah! Ma glieli dai i bacini?
- No!
- Patato grande e allora che fidanzata è?
- ...
- Mammamammamammamamma, possoparlare?
- Certo, dimmi Patato piccolo...
- Io ho una fidanzata che corre con me!!!
- Ah sì è Maelle
- No PRG non è Maelle, Maelle stava con me in classe l'anno scorso, l'ho già consumata!
- ... Ehm, scusa che hai detto Patato piccolo?
- sì, l'ho consumata l'anno scorso, adesso ne ho una nuova...

SIPARIO

lunedì 1 ottobre 2012

Venti

C'è vento di cambiamento, ad Abidjan.
Soffia da un po', è un vento brutto.
Entra negli spifferi, aizza fuochi.
E' un vento di guerra.
Nulla di eclatante, sfumature.
I barrage, posti di blocco, tutte le sere e in parecchie strade.
I controlli minuziosi nei camioncini che trasportano (o dovrebbero trasportare) vegetali.
Macchine bruciate.
Notizie di morti ammazzati ai margini della città e della società.
E poi gli spari, ogni tanto, la sera, la notte, vicino casa.
Quegli spari che di solito associ all'apertura della caccia, ma che sai che qui di caccia non sono.
Si spara, ad Abidjan.
Chi è qui da molto prima di noi e sa capire i segnali, ha la certezza che una guerra ci sarà.
Che è molto improbabile che ci sia ora, che è probabile ci sia entro i prossimi tre anni, che è quasi certa entro i prossimi cinque.
Che chi governa, governa su un filo sotteso di consenso e ha sotto il baratro di pochissimo meno della metà della popolazione che non lo vuole.
Che chi governa lo fa solo perché appoggiato da una potenza europea che ha forti interessi qui e che ha colonizzato queste terre circa 150 anni fa e per questo è decisamente mal sopportata da una buona fetta della popolazione.
Che l'attuale presidente non ha una salute di ferro e un'eventuale dipartita getterebbe quasi certamente il paese nella guerra civile.
In tutto questo la gente vive, ad Abidjan.
Si continua a sorridere, ad andare a scuola, ad uscire, a svagarsi, a lavorare, ad Abidjan.
E qualche sera si fa finta che stia riaprendo la stagione della caccia, perché le implicazioni di quegli spari non ti farebbero dormire, altrimenti.
C'è un vento brutto, ad Abidjan.
Speriamo che il sole lo porti via.