martedì 7 aprile 2015

Simpatia, portami via



Figlio grande è un Patato, si sa.

Diciamo però che è un patato cosciente del suo sapere e vagamente presuntuoso. Il ché, nella giusta misura non guasta.
Ha una faccia da angioletto e difficilmente potresti immaginarlo antipatico.

Ma lui ci riesce eh, e anche bene.
Saccente e testardo, ti dà ragione solo dopo che gli hai dimostrato che si sbaglia e a volte dopo ulteriori conferme da parte di terzi che è proprio vero che a sbagliare sia stato effettivamente lui e non tu.
Noi lo si percula chiamandolo Patato Granger, non a caso.

Una delle cose che mio figlio ama simpaticamente rimarcare è il suo essere più bravo di me con il francese (cosa ovvia).
Mi corregge accenti, pronunce, nomi, traduzioni.
Insomma, francamente, mi massacra.

L’apoteosi l’abbiamo raggiunta l’altro giorno in macchina, quando la Fra dopo averli presi dalla lezione di inglese doveva incontrare una sua amica per darle delle cose. Ovviamente la Fra non solo non era mai stata a casa della signora in questione, ma non conosceva neanche il quartiere e non aveva quindi molti punti di riferimento.

Insomma ad un certo punto è stato palese che la Fra era un filo in difficoltà e si è decisa a chiamare la sua amica per avere qualche coordinata in più. Dopo un sommo sforzo per capire la sua interlocutrice, la Fra, sudata, ha chiuso la chiamata.

Mamma, allora hai capito dove devi andare?
Ehm, no, amore, non benissimo. Sai lei parlava veloce, io stavo guidando e non conosco molto bene il quart…
Mamma avresti dovuto farci parlare me, così eravamo sicuri che saremmo arrivati. Ora ti perderai, di nuovo.

Più che Patato Granger, da ora lo chiamerò Percy Latana, uff.

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