mercoledì 9 aprile 2014

Regole non scritte



Chi arriva qui, chiunque esso sia, dall’Ambasciatore al povero cristo, se è a contatto diretto con la gente, deve adattarsi.
Adattarsi significa cercare, e a volte è veramente difficile, di prendere le persone per quelle che sono.
Quali che siano le loro abitudini, i loro modi di fare, i comportamenti anche francamente urticanti, noi dobbiamo accettarlo.
Dobbiamo accettarlo per vari motivi.

Il primo, basilare, è che sono persone e nel pacchetto “rispetto” ci deve essere anche la componente “non cerco di cambiarti”. Soprattutto perché l’evoluzione sociale e culturale di un popolo è figlia della sua storia e di sicuro non cambierà grazie a noi in un giorno, in un mese o in un anno.

L’altro motivo è che questa è casa loro, e noi siamo ospiti. Un ospite prima di entrare si pulisce i piedi sullo zerbino e quando entra è soggetto alle regole della casa. Se dentro casa mia non si fanno certe cose, o se ne fanno altre in certi modi che non condividi, o ti adegui o non entri, è un concetto semplicissimo. Stare in un posto rispetto che in un altro è una scelta, nessuno ci deve nulla.

Tutto questo è qualcosa che possiamo ascrivere al paragrafo “rispetto dell’altro” della nostra vita ed è valido in ogni luogo, in Africa come in Canada, in Svezia come in Italia.

Quello che cambia, qui, anzi che si aggiunge, è che se non sei del posto non puoi prenderti certe libertà, soprattutto se agli occhi di chi qui ci vive, tu sei un simbolo.

Sei un simbolo perché sei un bianco.
C’è chi prova ancora la rabbia (sacrosanta riguardo al passato, anacronistica attualmente: è inutile avercela con me oggi per cose che altri bianchi ti han fatto 150 anni fa) per la sottomissione e lo sfruttamento sistematico perpetrato ai danni dei suoi avi. C’è invece chi al contrario ha ancora paura di te, perché gli è stato tramandato dai suoi avi che l’uomo bianco è cattivo e più forte.

Sei un simbolo perché sei ricco.
Per quanto tu non lo sia in assoluto e in patria, sei sicuramente più ricco della maggioranza di loro e questo potrebbe creare delle tensioni, ovviamente.

Sei un simbolo, se sei una donna.
Una parte della cultura locale, vede ancora le donne sottomesse agli uomini, o comunque sicuramente inferiori in termini di diritti e di possibilità. Mostrarsi donne molto emancipate potrebbe essere vista come una sfida, in alcune parti della città.

Sei un simbolo perché sei europeo.
Vieni da un posto dove loro vorrebbero andare, dove, rispetto alla loro, la qualità di vita, il clima, le possibilità sono migliori e soprattutto più accessibili. In Europa esiste il concetto di “stato sociale”, che per quanto bistrattato, per quanto a volte insufficiente, per quanto quel che si vuole, garantisce un certo tipo di servizi a chiunque. Molti di loro sono abituati a non avere nulla: appena arrivano in posti dove c’è uno stato di diritto, pretendono (e non è polemica eh, è un dato di fatto assoluto).

Tutta questa serie di cose fa sì che qui si debba tenere un basso profilo. In un Paese che non riconosce diritti ai suoi cittadini, non puoi pretendere che vengano garantiti i tuoi.
Fa male ed è tremendamente difficile, ma se vuoi stare qui e starci bene, deve essere così.

Le cose cambieranno, ne sono certa. Ma non ora. Le nuove generazioni porteranno più apertura mentale e forse più voglia di cambiare le cose. Qui, ora, la gente è piuttosto rassegnata: non si impegna per cambiare né la sua vita né tantomeno quella degli altri.

Se vuoi vivere e vivere bene in posti come questo non devi pensare a ciò che sei in assoluto, ma a ciò che sei e rappresenti in questo contesto.

Altrimenti è una lotta, non una convivenza.

2 commenti:

  1. Rimango sempre molto colpita da queste tue riflessioni, che da casa nostra sembrano forse banali, ma nel momento in cui sei obbligata a viverle, probabilmente non lo sono affatto.
    Un abbraccio

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    1. Prima di venire qui, anche io le trovavo "scontate". Sulla propria pelle, giorno dopo giorno, hanno avuto un peso decisamente diverso.
      A stare fuori dalla propria realtà ci si confronta con mille cose: è molto stimolanete ma sa essere anche complesso e a volte difficile! ;-)

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